ArcheTiPi
"L'architettura è troppo importante per essere lasciata agli architetti"
domenica 8 febbraio 2015
lunedì 2 febbraio 2015
LE OPPORTUNITA’ DI UNA CRISI NEGLI ANNI DELLA MACCHINA
Nell’ambito della crisi, cerchiamo di inserire questa idea in
un discorso più ampio che è quello di “modernità”.
Secondo la definizione di Jean Baudrillard ripresa da Bruno
Zevi: “La modernità è quella che fa della
crisi un valore e suscita un’estetica di rottura”.
In questo contesto la crisi costituisce quindi un punto di
partenza affinché la modernità possa cominciare il suo corso e generare nuovi
valori.
Per questo se da un lato la crisi può essere vista come una
crisi di identità perché nasce in un momento di forte instabilità decisionale,
della fine di alcuni valori che vengono sostituiti dalla provvisorietà di altri
fin quando uno di questi non riesce a dominare e a caratterizzare l’epoca; dall’altro,
legandosi all’etimo della parola stessa, è una scelta e quindi una condizione
necessaria per il cambiamento e l’evoluzione.
Dal nostro punto di vista, le tre parole chiave legate
all’idea di “crisi” sono quindi:
- IDENTITA’;
- ALTERNATIVE;
- EVOLUZIONE.
In senso lato, ad un problema di identità segue una serie di
scelte possibili che producono dei cambiamenti, così da destabilizzare
l’identità precedente e innescare un ciclo virtuoso di nuove modernità che
vedono la crisi non come un momento di immobilismo ma come una costante opportunità.
- IDENTITA’
La presenza di un nuovo
paradigma come quello industriale generò un’estetica di rottura rispetto le
estetiche precedenti dell’eclettismo.
Alla fine dell’800 l’architettura entrò in crisi in quanto
rimase rigida nella sua strutturazione che in larga misura aveva trovato
formalizzazione prima con il periodo rinascimentale - barocco e in seguito con
il Neoclassicismo. Grazie anche all’invenzione della macchina a vapore si
impose nel panorama architettonico un nuovo paradigma di riferimento come
quello industriale, generando un’estetica di ribellione rispetto agli
innumerevoli “stili” che caratterizzavano l’Eclettismo ottocentesco. In questo
contesto di rivoluzione non si capiva bene a chi spettasse fare l’architettura,
se agli ingegneri che erano i grandi conoscitori delle novità tecniche
dell’epoca, in grado di realizzare grandi luci, ponendo forte risalto al
problema della costruzione e della funzionalità, o se agli architetti che si
occupavano principalmente di facciate, di involucri con fini esclusivamente
decorativi e rappresentativi. Il problema dell’identità non riguardava soltanto
i soggetti operanti ma interessava profondamente la disciplina stessa,
soprattutto nel momento di capire quale fosse l’indirizzo estetico da
perseguire: la serialità, lo standard, la sequenzialità, la logica, la
razionalità, l’oggettività dei processi, gli aspetti igienico - sanitari o visivi
(lucentezza, dinamicità, trasparenza,…); tutto questo definiva un mondo nuovo,
dove le possibilità di forma erano molteplici rispetto all’unico paradigma
industriale che le univa.
- ALTERNATIVE
Vari sistemi
socio-politici hanno determinato differenti “–ismi” architettonici.
L’architettura cercò di trovare una strada rispetto alle
novità del secolo, sulla base anche delle vicissitudini socio-politiche di ogni
singolo paese che inseguì un proprio percorso di ricerca architettonica.
L’Europa e l’America diventarono degli incubatori di idee per la nuova estetica
di rottura, implicando così delle scelte per contrastare la perdita di identità
dell’architettura dell’Ottocento. In questi anni di innovazione e cambiamento
fu possibile esistere solo se si era in grado di aderire con forza ad un
sistema di valori ideologicamente e spesso anche politicamente definito. Se l’Europa
fu influenzata da movimenti artistico-architettonici come le “Arts and Crafts”
in Gran Bretagna e il “Deutscher Werkbund” in Germania (per cercare di mitigare
l’effetto dell’industria nel settore degli oggetti), o i vari modernismi dei
maestri come Gaudì in Spagna, Basile e D’Aronco in Italia, Wagner e Olbrich in
Austria, Mackintosh in Gran Bretagna, Behrens in Germania, fino alle cosiddette
Avanguardie come il Neoplasticismo in Olanda, l’Espressionismo in Germania, il
Costruttivismo in Russia; negli Stati Uniti e in particolare a Chicago nacque
una città profondamente diversa da quella europea, che vide legittimare con il
progressivo aumento del valore fondiario, la nascita della tipologia del
grattacielo. Tutte queste esperienze furono fondamentali per definire possibili
alternative estetiche durante l’età della macchina.
- EVOLUZIONE
La rivoluzione delle
tecniche genera nuove possibilità che mettono in crisi i vecchi sistemi determinando
l'evoluzione del concetto di spazio e di città.
La rivoluzione delle tecniche ha generato nuove possibilità
che hanno messo in crisi i vecchi sistemi determinando l'evoluzione del
concetto di spazio e di città. E' cambiata
la concezione degli spazi che compongono l'edificio dove la struttura puntuale
ha portato alla rivalutazione dei concetti generatori dello spazio (pianta
libera, raumplan, promenade architecturale,...), alla dissoluzione della stanza
come spazio concluso e al supermento del limite tra interno ed esterno. La
città quindi è segnata da nuove strutture e collegamenti e nuove teorie di
strutturazione dello spazio urbano come la zonizzazione (dovuta anche al
cambiamento delle situazioni sociali) fino alle sperimentazioni che grazie alle
nuove tecniche hanno reinterpretato il rapporto tra edifico, percorso e strati
(piani pilotis, città vassoio,...).
lunedì 26 gennaio 2015
[ passionis ] [ κρίσις ] [ ressource ]
La musica, ha rappresentato il motore delle mie azioni. Mi ha scosso a partire e ricercare. Indagando all’interno di essa, ho cercato di catturare l’interconnessione con l’architettura: due discipline distinte, ma che viaggiano su binari paralleli.
Ludwig van Beethoven, Quinta sinfonia in Do minore, Allegro con brio, 1807-1808
Il significato ambivalente della parola, viene qui interpretato con un' accezione positiva. Crisis, è lo strumento con il quale attuare la scelta. È sinonimo di decisione, e come tale detta l’opportunità di una reazione.
Antonio Vivaldi, Le quattro stagioni, Estate, Presto, 1807-1808
L’architettura è una energia rinnovabile. Deve essere tutto e non niente. L’architettura deve farsi contaminare per essere sempre in continuo divenire.
Arnold Schoenberg, Verlklarte Nacht, Opera 4,Boulez, 1899
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